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Lui & Lei

Lo sconosciuto


di MrCold
25.11.2024    |    2.235    |    0 9.5
"Sali in ascensore fino al settimo piano, spogliati, io ti aspetto sul pianerottolo..."
Jerry lavorava allo sportello di una di quelle agenzie che si occupano di contratti per fornitura di servizi.
Barbara quel giorno aveva preso un paio di ore di permesso perché le sue bollette erano sempre troppo alte e voleva provare a trovare una soluzione.
Recatasi in centro, entra attirata dalle scritte gigantesche poste sulle tre vetrine. Appena dentro, si guarda intorno e vede che ci sono 4 sportelli e un po' di gente in coda.
Prende il suo numero che recita 5 utenti in coda.
Si siede e, mentre attende, curiosa com'era, inizia a guardare le persone che sono intorno a lei. La sua attenzione finisce sulla camicia dell'operatore allo sportello 3. E' una camicia di un celeste perfetto, sembra quella di un impiegato di banca . A colpirla è il fatto che l'operatore non ha la cravatta, ha invece due o tre bottoni aperti e, in quel triangolo aperto, si intravede l'inizio della ricrescita della peluria di un torace che un tempo sicuramente stato nero, scuro e villoso.
Nota anche la catenina d'oro a cui probabilmente sarà attaccato un pendaglio che resta coperto dalla stoffa della camicia.
Quella ricrescita, insieme al brusio di sottofondo la portano lontana con i pensieri. Le vengono in mente i momenti in cui le piaceva passare le sue dita sul petto di Roberto, il suo ex del liceo.
E nel ricordare, quella sensazione le fa sentire un leggero e piacevole calore allo stomaco. Una sensazione di nostalgia così piacevole che decide di mandare avanti i suoi pensieri.
E mentre scorrono i numeri ha la sensazione di rivivere il movimento che faceva da ragazzina con la sua mano su quel petto di Roberto. Si ricordava di come lasciava andare leggere le sue dita intorno ai capezzoli e poi sempre più rapide più giù fino ad arrivare sotto la cinta dei pantaloni.
Poi giù dentro i boxer a sentire l'effetto che regalava al suo ragazzo che, a dire il vero si eccitava con pochissimo. Gli bastava sentire infatti la punta delle dita che risalivano lungo il cazzo già duro. Poi restava fermo, rigido, immobile lasciando che Barbara cingesse con le sue dita tutta la punta del cazzo per lasciarla scivolare lentamente verso il basso.
Il ripensare a quegli istanti lontani nel tempo, le fa sentire ancora l'emozione che provava e che la spingeva a stringere le cosce per procurarsi quel brivido che le risaliva fino a dentro la pancia.
Il bip del conta persone, la ridesta dal torpore in cui l'aveva condotta quel pensiero. Scorge che gli operatore degli sportelli 2 e 4 si alzano per iniziare una pausa e questo, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, la pone in una condizione favorevole. Infatti, mentre si perdeva a ripensare al suo ex, aveva iniziato a sperare che la cabala dei numeri le fosse favorevole al punto di mandarla proprio allo sportello 3.
Il 16 è il suo numero e Jerry ha avanti a lui la persona con il numero 12. Allo sportello 1 invece c'è la persona con il numero 15. E' ormai convinta di finire senza possibilità di svista proprio lì dove spera di finire. Per poter riguardare da vicino quel torace., quel celeste, quella camicia che per qualche ragione le mette dentro una certa agitazione mentale.
E invece il tabellone chiama il numero 16 e lo indirizza allo sportello 1.
In quel momento Barbara sente svanire quella chance in cui aveva riversato le sue speranze. Si alza, e si muove lentissimamente verso lo sportello 1, si guarda intorno e scorge lo sguardo di una signora che la fissa come per dire "se non avessi risposto sarebbe stato il mio turno"
Barbara coglie che in quell'istante può giocarsi il suo jolly, si gira verso la signora e le chiede;"che numero ha?" la signora risponde "17!". Barbara replica, è il mio numero fortunato, vuole cambiare con il 16?
Ed è così che il tabellone scandisce con un bip che allo sportello 3 è il turno del numero 17.
Barbara si muove rapida, è sicura di se! Sa che può contare sui suoi capelli biondi, sul fatto che è fresca di doccia, che riesce a guardare un uomo senza mai abbassare lo sguardo, che, nonostante il suo reggiseno, ha due capezzoli che puntano fuori come se fossero i chiodi per tenere ferme le gambe di un tavolaccio da montagna.
Arriva e legge sul cartellino il nome Jerry. E lei, che gioca sempre d'attacco, non lascia che il tempo passi invano e subito, prima ancora di esporre il motivo che la porta lì, chiede: "Come mai questo nome Jerry? è la prima volta che lo sento".
Jerry, un po' sbalordito, solleva gli occhi e risponde: "per la privacy non posso dare informazioni personali".
In quel momento cala per qualche secondo il gelo. Poi Jerry si alza, sorride e dice:" credo che i miei mi abbiano chiamato così per darmi più chance con le donne", se ti va, stasera, dopo la palestra potremmo cenare insieme e ti racconto tutto".
Barbara per la prima volta si sente spiazzata. Jerry le sembra un uomo di poche parole e di molta sostanza.
Senza dire nulla, prende la biro e scrive sul foglio che ha in mano il suo numero di telefono, poi apre una parentesi e scrive la ginnastica la facciamo insieme, ma solo se usi bene la lingua anche per farmi godere! Poi si gira e va via.
Jerry resta un momento lì, legge e rilegge quel numero, si guarda intorno per capire se chi è il prossimo cliente da servire.
Alle 18.00, finito il turno di lavoro le scrive un messaggio. "per tutto il giorno ho lavorato con il cazzo duro nei pantaloni, tuttavia so che sei qualcuno che mi ha solo voluto prendere per il culo. Se sei davvero tu, ti aspetto alle 19.30 all'angolo di piazza Roma, fuori il bar Delle Camelie."
Barbara, rimasta in attesa per tutto il giorno, risponde semplicemente OK. Poi, si prepara si pettina e si avvia verso la porta di casa per uscire. Mette le scarpe e sul pianerottolo si ferma, si guarda allo specchio e decide di sfilarsi lo slip da sotto la gonna. Vuole sentire il freddo che le sale da sotto fino. Vuole arrivare da lui infreddolita come poche volte.
Jerry, dal canto suo, pur pensando ancora alla possibilità che si trattasse di un cattivissimo scherzo, torna a casa, entra in doccia e mentre si passa lo shampoo sui capelli sente il suo cazzo diventare duro. Non riesce a non pensare a cosa potrebbe vivere se fosse tutto vero.
Scende con la mano verso il suo cazzo duro, si gira per guardarsi nello specchio quasi appannato e inizia a sprigionare sul suo cazzo tutti i pensieri che lo avevano torturato ad ogni bip del conta persone.
Sente il suo cazzo duro, elastico, potente, teme che masturbandosi possa compromettere tutto il resto della serata. Ma la sua voglia è troppo imponente. Continua abbassando i suoi occhi, alternando le mani sul suo cazzo e scorrendo sempre più veloce.
Si porta fuori della doccia, si avvicina allo specchio per guardarsi a figura intera, sembra quasi che abbia voglia di scoparsi da solo, preme con una mano sotto le palle e con l'altra continua a torturarsi. Prende il cellulare e senza pensarci chiama Barbara che si trova sull'autobus.
Lei risponde, lui resta in silenzio. Lei capisce dall'affanno, dai rumori. Continua a ripetere "pronto!". Per lui è la prova che è lei, che non si dovrebbe trattare di uno scherzo. SI ferma, riprende fiato e poi le dice, "Vieni qui da me, dopo il bar, il terzo portone, quello con i vasi di gerani sulla strada, suona JT. Sali in ascensore fino al settimo piano, spogliati, io ti aspetto sul pianerottolo.
La follia, si sa, in certi momenti ti fa fare cose che non si dovrebbero fare mai. Eppure Barbara in quella telefonata, mentre era circondata dagli occhi di decine di uomini sconosciuti, mentre sente i suoi umori scendere e bagnare la stoffa della sua gonna, capisce che quel momento va vissuto tutto e fino in fondo.
Scende alla sua fermata, cammina rapida fino al terzo portone. Suona, apre la porta dell'ascensore, si spoglia velocissima e, aperta la porta dell'ascensore rivede quel torace con la ricrescita di peli, scorre lo sguardo, vede gli addominali scolpiti, le spalle larghe e in un tempo ancora più veloce quel cazzo grosso, duro, con le vene nodose, la cappella lucida e protesa.
Allunga la sua mano per incontrare quella di Jerry, si lascia portare in casa e appena dentro le si spinge contro per sentire contro la sua pancia il caldo di quel membro così imponente.
L'istinto e il desiderio. La sottomissione e la voglia. Abbassandosi lo prende in mano così come faceva con Roberto e, nel momento in cui stringe il suo pugno, avvicinando la sua bocca per sentire quella calda cappella scendere in bocca, avverte il fiotto caldo e bollente che le inonda la gola.
Resta sorpresa da quella velocità, anzi ci resta anche male al punto da esclamare :"Jerry tutto fumo e niente arrosto".
Jerry la tira su, le prende il fianco con una mano e sale fino a riempire il suo palmo di quel seno grande, straripante. Lo palpa e la spinge contro lo specchio del bagno ancora pieno di vapore, poi le porta la bocca al collo che inizia a leccare e mordere con avidità, risale all'orecchio e le sussurra, se sei qui è perchè tu hai bisogno di sentire la mia lingua farti godere!
Ed è così che inizia a baciarle la bocca, da cui scende un rivolo di sperma. Mischia insieme la sua saliva, quella di Barbara e lo sperma salato e dolce al tempo stesso.
Con quell'impasto di sesso dentro la bocca, Jerry fa sedere sul tappeto del bagno Barbara che lo lascia fare.
La lecca, sotto le ascelle, intorno alla curva dei seni che sono adagiati, poi torna sui capezzoli, li morde, li tira e la fa sospirare e contorcere.
Poi scende sull'ombelico, morde la pancia con piccoli gesti e mentre usa la lingua per girare intorno alle pieghe delle sue gambe, le infila un dito dentro, lo spinge in fondo, lo inarca e preme, cerca e preme per fermarlo solo quando lei apre gli occhi e ferma per un istante il suo respiro.
Poi continua la sua esplorazione con la lingua. Legga e succhia, succhia e lecca intorno al dito piantato dentro.
Barbara avverte quella sensazione del respiro che si ferma e riparte insieme ad un battito più forte del cuore. Sente di dover aprire le sue cosce più che può. Avverte l'arrivo dell'orgasmo che però non esplode. Sembra quasi come se stesse lì fermo ad attendere che tutte le energie arrivino contemporaneamente.
la sembra.
Jerry continua a lavorare come se fosse un artigiano. Batte, sfiora, martella, lecca, bagna, asciuga e soprattutto usa adesso le dita dell'altra mano. E' diventato scostumato, irriverente, porco come mai nessuno prima.
Usa quella lingua come se fosse il pennello di un pittore. Si lecca e si bagna le dita e Barbara non capisce dove vuole arrivare.
Poi, quando lei è completamente tesa come le corde di un violino, che vibra come la pelle scossa di un tamburo, Jerry, senza tanti complimenti inizia a premere sull'ano. Preme e rilascia le dita bagnatissime. Avverte la tensione di Barbara. Capisce che lei vorrebbe godere e che è arrivato il momento di non rimandare ancora questo momento.
E così, scende con la punta calda della sua lingua lungo le piccole rughe dell'ano.
Quella leggerissima pressione, liscia e bagnatissima sblocca quei muscoli. L'ano si rilassa, le dita entrano tutte senza nessun contrasto e nel momento in cui Jerry le piega per incontrare il punto in cui preme il dito dentro la figa, lei sente l'onda dell'orgasmo che esplode.
Urla, si contorce e cerca ancora la bocca di Jerry, gli ferma la testa contro la figa e gode. Gode e urla di piacere.
"Fumo e arrosto insieme!"
Quell'orgasmo è stato per Barbara Fumo e Arrosto insieme!

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